Lo scrive in una nota alla stampa Aldo Cursano, che prosegue ricordando: “Abbiamo lottato in tutte le sedi opportune perché venisse riconosciuta la gravità della situazione economica, perché venissero approvate varie forme di sostegno che tutelassero le imprese e l’occupazione, sottolineando sempre il grande valore di un comparto che oltre ad esprimere numeri in termini di fatturato, posti di lavoro, imprese, è anche emblema della tradizione tutta italiana dell’accoglienza. Eppure, il nostro impegno non è bastato a salvare la vita del collega fiorentino”.
“Mi si dirà – continua Cursano - che le ragioni economiche sono state solo una parte dei motivi celati dietro al suo gesto, che evidentemente nasce nel contesto di una vicenda umana privata e delicatissima. Mi si dirà che non è compito di un’associazione di categoria intercettare le fragilità psicologiche dei suoi operatori. Ma nulla mi convincerà a sentirmi meno responsabile di questa morte che, forse, poteva essere evitata. Magari solo con una parola in più, una telefonata, un gesto concreto di solidarietà e vicinanza. Ecco perché è una sconfitta per tutti. Sabato è stato un giorno davvero triste per il mondo della ristorazione e per l’intera città di Firenze”.
Gli fa eco il presidente dell’Associazione Ristoratori Fiorentini Marco Stabile: “quello del nostro collega è stato un gesto forte, di grande disagio. Mi stringo alla famiglia con dolore e preoccupazione. Dopo tanti anni di vita investiti per costruire la propria azienda e una posizione sociale, molti di noi ristoratori si ritrovano ad affrontare un azzeramento totale di quanto costruito e ulteriori debiti da affrontare (anche dovuti a tasse che non vengono nemmeno diminuite), senza poter contare su alcun miglioramento in vista. La città del resto è, e non sempre, frequentata da un turismo che non spende, se non nei musei. Ed è probabile che la situazione sarà purtroppo ancora peggiore dal prossimo autunno-inverno. Le istituzioni devono intervenire seriamente”
È quanto chiede anche il direttore della Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “la vicenda impone una profonda riflessione su quanto si possa e si debba fare per sostenere il dramma sociale di migliaia di famiglie che hanno visto sparire dall’oggi al domani la propria fonte di sostentamento e che, questo è l’aspetto più grave, non vedono prospettive per l’immediato futuro. Non è un problema di alcuni, è il problema di una intera comunità”.