Grande soddisfazione della Confcommercio fiorentina per l’inserimento ufficiale della Cucina Italiana nel Patrimonio immateriale dell’Umanità, sancito il 10 dicembre 2025 a New Delhi dal Comitato intergovernativo dell’UNESCO. “La nostra cucina è la prima al mondo a ricevere questo titolo non per una singola ricetta o specialità, ma per il suo valore culturale, sociale e simbolico – spiega il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – la nostra associazione di categoria si è spesa molto, attraverso la federazione dei pubblici esercizi Fipe, per arrivare a questo risultato, che ora celebriamo insieme a tutti gli operatori del settore: ristoratori, chef, pizzaioli, pasticceri, baristi e quanti altri ogni giorno, con passione e professionalità, mettono in tavola la qualità, la tradizione e l’innovazione che hanno reso grande la nostra gastronomia nel mondo. Questo traguardo è anche merito loro”.
Insieme ai colleghi di tutta Italia, festeggiano anche gli chef fiorentini, a partire dal presidente dell’Associazione Ristoratori Marco Stabile, patron dell’Ora d’Aria di Firenze: “così la cucina italiana vera, con le sue tradizioni e la particolarità nel servizio alla tavola, torna al centro dell’interesse del mondo. E questo potrebbe invogliare tutti i ristoratori a ritornare ad una cucina fatta di semplicità e qualità degli ingredienti, senza farsi influenzare troppo dalle mode e dallo stile di altri tipi di cucina, come la francese o l’orientale”.
“Era ora!”, afferma sorridendo lo chef tristellato Riccardo Monco dell’Enoteca Pinchiorri e protagonista di tanti format televisivi dedicati alla gastronomia, “siamo tutti orgogliosi di questo bellissimo riconoscimento: la cucina italiana è da sempre tra le più amate e conosciute al mondo, ma avere oggi un attestato così tangibile, che la consacra come patrimonio culturale inimitabile, è motivo di grande soddisfazione per tutto il nostro settore. La vera differenza, nella nostra cucina, la fanno gli ingredienti: la loro qualità è il fondamento di qualsiasi forma di ristorazione. Del resto, siamo riconosciuti ovunque non solo per i piatti di alta cucina, ma anche per la straordinaria dignità dei nostri cibi più semplici — dai panini alle schiacciate — simboli di una tradizione che attraversa regioni, città, quartieri, famiglie e che si tramanda da generazioni. La cucina italiana è un valore aggiunto in sé: è memoria, territorio, tecnica, ma è anche in continuo movimento. È fatta dai cuochi, professionisti che, attraverso l’esperienza e lo studio, hanno assorbito un bagaglio culturale di ricette, libri, ricordi e sapori di casa. Ogni nuovo piatto nasce da questa eredità, che resta viva proprio perché in evoluzione. Questo riconoscimento dell’Unesco ci ricorda quanto la cucina sia parte della nostra identità. A volte lo dimentichiamo, ma la nostra forza è sempre stata quella di essere capaci di accogliere, reinterpretare e trasformare culture diverse, mantenendo intatta la nostra autenticità”.
“Sono estremamente felice di questo riconoscimento, come lo sono tutte le persone che come me hanno fatto della cucina il proprio mestiere – aggiunge lo chef della Leggenda dei Frati Filippo Saporito - È la testimonianza viva del fatto che la cucina italiana è cultura, innovazione e tradizione, oltre ad essere un brand riconosciuto in tutto il mondo, capace di muovere flussi turistici ed una parte importante dell’economia”.
Per Vito Mollica, chef stellato di Atto, il riconoscimento dell’Unesco “ci onora, ma soprattutto ci richiama a una responsabilità ancora maggiore nei confronti dei prodotti che lavoriamo, delle tecniche che utilizziamo, dei clienti che serviamo nei nostri locali. Il vero punto sarà capire se questo riconoscimento, atteso e meritato, arriverà anche alla mente dei viaggiatori, di chi viene in Italia. Se saprà guidarli verso scelte più consapevoli, verso ristoranti che rispettano davvero la nostra identità gastronomica. E lo stesso vale per i nostri ambasciatori all’estero: sarà fondamentale continuare a proteggere le materie prime italiane, trattarle con rispetto e portare nel mondo la loro autenticità. Insomma, questa novità ci rende orgogliosi, ma ci chiede anche di essere all’altezza del patrimonio che rappresentiamo”.
La candidatura, sostenuta e promossa da FIPE-Confcommercio, è il risultato di un impegno condiviso che ha visto la collaborazione delle Istituzioni (MASAF, Ministero della Cultura, MAECI, ANCI e molte altre realtà), insieme ad associazioni, imprese, cittadini e numerosi rappresentanti della società civile.