Mercoledì 17 dicembre 2025 si è tenuto a Firenze il convegno “La Filiera Italiana del Libro: tutela, innovazione e mercati globali” promosso da Casa del Made in Italy (Ministero delle imprese e del Made in Italy) e il Centro di Competenza ARTES 4.0, con il patrocinio della Regione Toscana, con l’obiettivo di riunire in confronto Ministeri, editori, imprese tech, startup, esperti di diritto d'autore e librerie per affrontare l’evoluzione digitale che sta trasformando la filiera del libro.
A portare sul palco di Giunti Odeon la voce dei librai italiani è stata Francesca Albano, titolare della libreria indipendente La Rinascita (Sesto Fiorentino) e presidente ALI – Associazione Librai Italiani di Confcommercio Firenze-Arezzo.
Nel panel “Il libro come pilastro del Made in Italy culturale ed economico” Francesca Albano ha risposto alle domande del giornalista del Corriere della Sera Simone Innocenti con un’articolata disamina del contesto attuale che vede il lavoro dei librai profondamente cambiato, tra difficoltà strutturali ed emergenti, non poche ombre ma anche qualche luce.
Il punto di partenza è un dato ormai noto, ma sempre più critico: circa 80mila nuove uscite editoriali all’anno. «Da anni chiediamo di contenere questa mole incredibile di libri, che poi solo in parte arrivano davvero sugli scaffali delle librerie», sottolinea Albano. Un fenomeno che pesa soprattutto sulle librerie indipendenti, molto diverse – per struttura economica e margini – sia dalle grandi catene editoriali sia da altri soggetti della distribuzione».
«Sono una libraia da 43 anni e ho vissuto tutta l’evoluzione del settore. Sarebbe sciocco e scorretto ragionare oggi con le logiche di quando ho iniziato io, quando “bastava” la tesserina della libreria», osserva. La sua è una libreria indipendente profondamente radicata nel territorio: 450 metri quadrati complessivi, di cui 250 dedicati alla vendita e 200 ad attività culturali. «Nel 2025 abbiamo organizzato 98 eventi: tolto agosto, significa uno ogni due o tre giorni. È un impegno considerevole. Significa, al di là dell’organizzazione dell’evento, selezionare e leggere tutto quello che viene presentato. Ma è anche questo che ci rende credibili e affidabili agli occhi dei clienti che si rivolgono a noi».
Dal palco di Giunti Odeon, Albano lancia un messaggio importante per le piccole librerie: gli eventi non sono solo promozione, ma identità. «Senza demonizzare i colleghi delle catene, che lavorano con passione e spesso con ritmi molto pesanti, nelle librerie indipendenti le persone non vengono solo a comprare un libro: cercano una comunità». In un contesto in cui mancano spazi di aggregazione politica e associativa, «la lettura diventa un pretesto per creare relazione, discussione, appartenenza. Questo è il segreto».
Accanto al valore culturale, restano però problemi strutturali pesanti. «Prendiamo il periodo natalizio: il più grande gruppo editoriale oggi impiega 12-13 giorni per consegnarci un libro. Se devo organizzare una presentazione, devo ordinare i volumi almeno 60 giorni prima». Una criticità aggravata da comunicazioni arrivate ai librai di tutta Italia, che indicavano il 12 dicembre come termine ultimo per l’evasione degli ordini natalizi. «Chiunque lavori sa che gli ultimi dieci giorni prima di Natale sono decisivi per gli acquisti».
Una situazione che rende impossibile competere con i colossi dell’e-commerce: «Possiamo parlare di eventi, digitale e politiche culturali, ma con una logistica inadeguata non si può reggere il confronto con Amazon, che consegna lo stesso libro il giorno dopo direttamente al cliente». A questo si aggiunge il tema della marginalità sul prezzo imposto, spesso appena sufficiente a coprire i costi di sopravvivenza delle librerie.
Sul fronte delle politiche pubbliche emerge una certa «stanchezza». «Tutti amano le librerie perché fanno eventi e accendono le luci sulla cultura. Ogni tanto arriva un riconoscimento simbolico, ma il problema è un altro: manca il riconoscimento reale del valore».
Non mancano però esempi virtuosi. «Quest’anno abbiamo avuto un’esperienza molto positiva con il Comune di Peccioli, che da tempo promuove un’iniziativa di sconti dal 25 al 50% per chi acquista libri nelle librerie aderenti. Lo sconto viene poi rimborsato rapidamente alle librerie: per alcune piccole realtà è diventato vitale».
Un altro segnale positivo è il ripristino dei finanziamenti alle biblioteche, una misura che permette alle librerie di fornire direttamente i volumi, evitando i grossisti. «È una legge importante: la politica può fare qualcosa, così come i territori. L’importante è che si tratti di azioni concrete. Le passerelle, francamente, non ci interessano».