Fipe chiede supporto per i pubblici esercizi
Gli effetti della psicosi scatenata dall'allarme Coronavirus in Italia si fanno sentire in maniera pesante su tutti i settori economici, ristorazione compresa. Così anche Fipe-Confcommercio, la federazione italiana a cui appartengono i pubblici esercizi, raccogliendo il grido di allarme che arriva in questi giorni dalle imprese di tutte le regioni, compresa la Toscana, si è mobilitata e in data 24 febbraio 2020 ha scritto una lettera a firma del presidente Lino Enrico Stoppani in merito all’emergenza epidemiologica da COVID–19, indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e per conoscenza ai Ministri Roberto Gualtieri, Nunzia Catalfo e Dario Franceschini.
il testo della lettera
Illustrissimo Ministro,
la situazione determinatasi per effetto dell’emergenza epidemiologica da COVID–19 e le necessarie misure di contenimento, poste in essere per cercare di limitare al massimo gli effetti della sua diffusione, stanno colpendo pesantemente tutto il settore dei pubblici esercizi.
Le misure di sicurezza imposte dalla necessità di arginare il contagio, rispettate dalla categoria con senso di responsabilità, aggravate da una comunicazione non sempre coordinata e per molti versi allarmistica, che ha generato un effetto psicosi fra i consumatori, stanno producendo risultati devastanti su un comparto cruciale per la nostra economia e per l’attrattività turistica.
Anche se al momento è prematuro elaborare valutazioni puntuali, nel nostro settore, stimiamo nei primi 4 mesi del 2020 una perdita di circa 2 miliardi di euro di fatturato, con rischi occupazionali per circa 20.000 unità. Purtroppo, gli effetti devastanti sono avvertiti non solo nelle cosiddette zone a rischio, sottoposte ai più stretti controlli ma, a causa “dell’effetto psicosi”, si riversano sull’intero territorio nazionale.
Il combinato disposto della contrazione dei flussi turistici e il crollo della domanda interna di consumi fuori casa, sta determinando una riduzione fino al 70/80% del fatturato dei pubblici esercizi. A questo si aggiunge l’impossibilità assoluta di operare per alcune tipologie di imprese, come i locali di intrattenimento, allo stato attuale in Lombardia, Piemonte e Veneto o l’operatività ridotta per altre tipologie di esercizi.
Per questo Le chiediamo la messa in stato di crisi del settore e interventi tempestivi ed efficaci, che possano aiutare le imprese a sostenere l’impatto derivante dal “Coronavirus”. Di seguito Le riportiamo alcune possibili linee di intervento:
- sospensione dei contributi e premi come già avvenuto in precedenza in occasione di eventi e calamità naturali;
- previsione di fondo di contribuzione per i titolari di pubblico esercizio, come ad esempio bar, pub, ristoranti, locali da ballo etc., interessati dall’obbligo di sospensione dell’attività (l’entità potrebbe essere stabilita, ad esempio, secondo quanto avvenuto in occasione di eventi straordinari come terremoti, alluvioni ecc.);
- estensione delle previsioni delle causali del Fondo Integrazioni Salariali alle imprese non ricomprese e previsione della cassa in deroga anche per tutte le causali che non sono ricomprese in quelle già previste per il Fondo Integrazione Salariale, sia riferite alle zone direttamente coinvolte ed interessate da provvedimenti e misure di contenimento, sia indirettamente al settore dei pubblici esercizi in conseguenza della riduzione dei flussi turistici e della forte contrazione della domanda interna.
Le considerazioni che ci siamo permessi portare alla Sua attenzione rispecchiano le gravi e reali difficoltà del nostro settore, certi che vorrà tenerLe in debita considerazione, per dare una risposta concreta alle esigenze di tutti gli imprenditori che la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi rappresenta.
Distinti saluti
Lino Enrico Stoppani