Aperti per ferie: bar e ristoranti fiorentini del centro non vanno in vacanza

L'indagine di Fipe Confcommercio

 

Saranno almeno otto su dieci i pubblici esercizi aperti nel mese di agosto a Firenze. La stima è della Fipe-Confcommercio fiorentina. Prevedibile però una forbice tra centro storico e periferie.

 

“Le aperture saranno pressoché totali in centro, perché si tratta di un mese importante dal punto di vista turistico, troppo perché i locali perdano l’occasione di lavorare di più”, dice il presidente della Confcommercio fiorentina Aldo Cursano, “nelle periferie, invece, potrebbe essere più difficile in certi giorni trovare un bar aperto. Si tratterà per lo più della settimana di ferragosto. Ma è comprensibile del resto: il calo degli affari, tra uffici e aziende in ferie e residenti al mare, spinge i gestori a chiudere anche per permettere ai propri dipendenti di andare in vacanza”.

 

“Se un tempo restare aperti era una scelta libera – sottolinea Cursano - oggi è una scelta forzata da una pressante necessità aziendale: quella di continuare a lavorare per garantirsi qualche entrata e onorare le spese in un periodo in cui si concentrano pagamenti e scadenze e in un contesto di mercato difficile, in cui i costi aumentano mentre le entrate diminuiscono”. Insomma, restare aperti è fondamentale per poter sopravvivere, ma vale quasi come una “condanna ai lavori forzati”. “Chi chiude evidentemente avrebbe più costi che entrate a restare aperto. E nelle aree lontane dai flussi turistici è assai comprensibile”, aggiunge il presidente della Confcommercio fiorentina. 

 

Secondo la Fipe, almeno in tre comuni su dieci l’amministrazione ha predisposto un programma di apertura minima garantita dei pubblici esercizi, in genere concordato con le associazioni di categoria. L’accordo prevede una quota minima di aperture garantite ad agosto che si aggira intorno al 40% del totale degli esercizi.

                                                                                                                                                                                                               

Nelle città in cui non esiste alcun programma di aperture minime garantite, le imprese si sono date, coordinate dall’associazione di categoria, un codice di autoregolamentazione nel 17,1% dei casi.

 

Tra programmi di aperture minime garantite, autoregolamentazione dei turni di chiusura e esigenze di mercato (turismo) si stima comunque che saranno aperti, nel mese di agosto, otto esercizi su dieci. Ad aprire di più, in percentuale, i ristoranti: nove su dieci, contro sette bar su dieci. 

 

“Vedremo solo a fine stagione se sarà valsa la pena o no di restare aperti”, aggiunge il presidente Cursano, “il sentore di tanti colleghi, infatti, è che benché sembri aumentato il numero di turisti, la loro spesa nei pubblici esercizi non sia cresciuta altrettanto”.