CCNL pubblici esercizi, da Fipe l'ok al rinnovo

In Toscana interessa circa 75mila lavoratori dipendenti. Tra le novità, l’aumento in busta paga di 200 euro a regime, il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa, la revisione dell’inquadramento del personale, e il rafforzamento delle normative in materia di diritti individuali. Il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, tra i protagonisti dell'iter per il rinnovo nella veste di vicepresidente vicario nazionale di Fipe: “un rinnovo importante, che ho voluto con tutte le mie forze per dare valore al servizio e ai nostri collaboratori". Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni: "un riconoscimento doveroso per i lavoratori del settore”.

In Toscana sono circa 75mila (74.940) i lavoratori dipendenti da bar, ristoranti, mense, pizzerie e simili interessati dal rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore, firmato ieri (5 giugno 2024) da Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi aderente al sistema Confcommercio e le organizzazioni sindacali dei lavoratori. Si tratta del terzo Contratto di lavoro più applicato in Italia dopo quello del Terziario e del settore Metalmeccanico e interessa a livello nazionale oltre 300mila imprese e oltre un milione di lavoratori.

 

Tra le principali novità, l’aumento in busta paga di 200 euro a regime al 4° livello (in cinque step da giugno 2024 a dicembre 2027), il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa, la revisione della classificazione e dell’inquadramento del personale, fermi dagli anni Novanta, e il rafforzamento delle normative in materia di diritti individuali, come le misure di contrasto alle violenze e alle molestie nei luoghi di lavoro e i congedi per le donne vittime di violenza. La durata sarà di tre anni e mezzo, con scadenza il 31 dicembre del 2027

 

Il testo dell’accordo è stato messo a punto dopo una negoziazione impegnativa che ha visto protagonista il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che ha guidato politicamente le trattative in veste di vicepresidente vicario nazionale di Fipe. A sottoscrivere il CCNL anche Legacoop Produzioni e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi e Agci Servizi.

 

“Un rinnovo importante, che ho voluto con tutte le mie forze per dare valore al servizio e ai nostri collaboratori – sottolinea il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano nonostante il momento ancora critico, con gli strascichi della pandemia e i tanti problemi che agitano l’economia, abbiamo dato dimostrazione di responsabilità, impegnandoci per riconoscere maggiori tutele ai nostri lavoratori, che avranno un aumento salariale doppio rispetto a quello del precedente rinnovo del 2018, e per migliorare la qualità dei servizi che offriamo. Vogliamo lavorare in un mercato dove le regole sono certe e la concorrenza leale, per questo ci battiamo perché sia applicato il nostro CCNL, vero presidio di legalità contro tutti i contratti-pirata che stanno circolando e che indeboliscono tutti, imprese e lavoratori”.

 

In Toscana sono oltre 22mila le imprese attive nel settore dei pubblici esercizi (tra ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, servizi di catering e ambulanti alimentari, unità locali comprese). Il 23% (5.126) è concentrato nella sola provincia di Firenze, dove i lavoratori dipendenti sono oltre 23mila, circa un terzo del totale toscano.  A distanza seguono Lucca (2.700), Livorno (2.585) e Pisa (2.431) nella classifica delle province con il maggior numero di pubblici esercizi.

 

“Gli aumenti previsti dal contratto riverseranno nel tessuto economico regionale diversi milioni di euro nei prossimi tre anni e mezzo, oltre 5 miliardi di euro a livello nazionale”, aggiunge il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, “un riconoscimento doveroso per i lavoratori del settore, che ogni giorno si impegnano per garantire la qualità dei servizi a residenti e turisti, spesso con grandi sacrifici personali perché nei pubblici esercizi spesso si lavora quando gli altri si godono il tempo libero, le feste comandate o le vacanze”.

 

La ristorazione in Italia produce 54 miliardi di valore aggiunto ed è componente essenziale della filiera agroalimentare e turistica (che vale circa il 13% del PIL nazionale), oltre che bandiera dello stile di vita italiano.

 

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