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Mugello, le richieste della Confcommercio ai Comuni: "Aiutateci a contenere i costi di gestione"

Il presidente della delegazione Dario Cenci: “subito il ritocco della Tari. Da 14 mesi lavoriamo a singhiozzo, qualcuno di noi è rimasto fermo per mesi interi, la produzione di rifiuti è diminuita. Perché dobbiamo pagare la stessa cifra del 2019?”

“La priorità per le imprese, in questo momento, è contenere i costi per continuare a reggere botta, partendo da quelli di tasse e tariffe locali, poi dell’affitto e tutto il resto. In questo chiediamo il sostegno delle amministrazioni locali, che possono e devono intervenire su voci come la Tari. Se non ci è possibile provvedere autonomamente alla sopravvivenza delle nostre aziende, perché non ci è consentito di lavorare, allora le amministrazioni evitino almeno di darci il colpo di grazia. Perché se muoiono le nostre imprese muore anche l’occupazione”. Così il presidente della delegazione Confcommercio del Mugello Dario Cenci a margine di una partecipata riunione che si è svolta ieri, mercoledì 14 aprile 2021, tra i sindaci dei Comuni del Mugello, le associazioni di categoria e circa quaranta imprenditori del territorio.

 

All’incontro, convocato dal sindaco di Borgo San Lorenzo con delega alle Attività Produttive e Commercio dell'Unione Montana dei Comuni del Mugello Paolo Omoboni per stimolare un confronto sulla gestione dell’attuale situazione emergenziale, Confcommercio ha ribadito l’urgenza di un impegno da parte degli enti locali nell’aiutare le imprese a sostenere i costi che comunque gravano sulle imprese anche nella totale assenza di entrate.

 

“Il contenimento dei costi è la priorità – spiega Dario Cenci- da mesi lavoriamo a singhiozzo a seconda dei colori che i comuni o la regione possono assumere; quando apriamo le porte dei nostri negozi ai clienti non sappiamo per quanto potremo farle restare aperte e quando abbiamo la ‘fortuna’ di restare aperti dobbiamo fare i conti con una richiesta che è ai minimi storici. Alle amministrazioni locali chiediamo che si facciano interpreti nei confronti del Governo delle difficoltà delle imprese, poi che chiedano a gran voce assieme a noi imprenditori una spinta decisiva al piano vaccinale e date certe per la riapertura delle aziende, oltre a protocolli che ci permettano di non interrompere mai la nostra attività, garantendo la sicurezza dei nostri clienti e dei nostri collaboratori. Abbiamo capito ormai che con questo virus dovremo convivere ancora a lungo, non ha più senso ormai parlare di ‘emergenza’, occorre invece pensare a nuovi modelli di ‘convivenza”.

 

Nel frattempo, però, Confcommercio chiede un aiuto concreto a Comuni: “sappiamo che le casse comunali piangono e non c’è grande margine per avere ulteriori sostegni, ma chiediamo almeno più efficienza e meno sprechi nella gestione dei servizi pubblici, come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti”, ribadisce il presidente della delegazione mugellana di Confcommercio. “I consumi sono calati, le imprese sono rimaste ferme per diverso tempo, qualcuna (vedi le palestre) è ancora chiusa o, nel caso di bar e ristoranti, lavora a scarto ridotto. Ovvio che anche la produzione dei rifiuti sia diminuita, quindi è giusto pagare meno. È evidente che il sistema della tassazione vada rivisto e diventi più equo, secondo il principio chi più inquina più paga. Questo chiediamo con forza”. 

 

Sul fronte dei protocolli di sicurezza, Dario Cenci chiede più attenzione e controlli soprattutto nei servizi di trasporto pubblico e negli ambienti di grandi dimensioni. “Inutile chiudere per legge un piccolo negozio di 40metri quadrati dove può entrare un solo cliente per volta quando poi ci sono assembramenti su treni, bus o centri commerciali. Le stesse regole devono valere per tutti”. Resta poi l’amarezza per le chiusure imposte in zona rossa: “un sacrificio che è stato chiesto solo al terziario e si è rivelato inutile, perché i contagi e le morti purtroppo hanno continuato a salire. Forse hanno chiuso i posti sbagliati, perché noi piccoli commercianti facciamo grande attenzione alla sicurezza, al distanziamento, alla sanificazione. La salute nostra e dei nostri clienti è la priorità”.

 

In merito alla vendita dei soli prodotti ‘di necessità’ in zona rossa, il presidente di Confcommercio Mugello è irremovibile: “dato che ogni persona ha proprie esigenze e bisogni, quali sono i criteri che definiscono un prodotto ‘di necessità’ rispetto ad altri? E quali evidenze scientifiche dimostrano che vietare la vendita di alcuni prodotti abbia un effetto positivo nel contenimento del contagio da Covid-19? Norme illogiche, ma se devono valere almeno che valgano per tutti. Invece è capitato che nella grande distribuzione si chiudesse un occhio, complice la mancanza di controlli. Questa è concorrenza sleale”.