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Natale 2017, i fiorentini puntano sulla qualità in tavola.

L’indagine previsionale di Confcommercio.

Il gusto di trattarsi bene a tavola, premiando qualità e artigianalità dei prodotti, salverà i consumi nel Natale 2017 dei fiorentini. È infatti dal settore alimentare che stanno arrivando le soddisfazioni più grandi per il commercio in questo ultimo scorcio del 2017 che, fatta eccezione per l’ultimo trimestre, per il resto è da archiviare “sanza ‘nfamia e sanza lodo”, con un trend in linea con quello 2016. Lo rivela l’indagine telefonica effettuata dalla Confcommercio su un campione di oltre duecento commercianti di Firenze rappresentativi di vari settori merceologici.

 

I più entusiasti sono i titolari di gastronomie, macellerie, pasticcerie e affini, che dichiarano all’unanimità un miglioramento negli affari compreso in un range fra il +5 e il +10% rispetto al Natale 2017. “Da fine settembre in poi qualcosa nel settore alimentare è cambiato in positivo – dice il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni -  prima, fino all’estate, l’andamento delle vendite era in linea con quello dello scorso anno. Da ottobre in maniera più decisa, invece, si è avvertita una crescita che ora i consumi prenatalizi confermano. La gente si è stancata di vivere al ribasso, almeno a tavola vuole trattarsi bene. Così, premia i negozianti che ci mettono la faccia, quelli che offrono di sicuro qualità, artigianalità e certezza della provenienza dei prodotti. Sono loro il riferimento per i pranzi e cene a casa, con familiari e amici. Sono loro il riferimento per fare un regalo di pregio, dalla classica bottiglia di vino al dolce tipico o al cestino personalizzato con prodotti vari ma sempre d’eccellenza, che coniughino gusto e salute, come la pasta con grani antichi, quindi con meno glutine, poi olio, vino, insaccati, formaggi, tutti rigorosamente artigianali”. Mangiare meglio e sprecare meno sembra un po’ la parola d’ordine che si rincorre nelle gastronomie.

 

Alla voglia di trattarsi bene, si unisce anche un piccolo incremento nella disponibilità economica, come ha rivelato anche l’indagine nazionale dell’ufficio studi di Confcommercio: “quest’anno, grazie alle tredicesime, le famiglie avranno a disposizione circa 1.497 euro in più a dicembre, al netto di tasse e altre spese obbligate”, spiega Marinoni, “è l’importo più alto da dieci anni a questa parte. Nel 2008 erano 1.435 euro. Non è un incremento sostanziale, ma basta ad avere un po’ più di fiducia”.

 

Come investiranno questo budget i fiorentini? “Probabilmente nelle spese alimentari delle feste, o per fare qualche acquisto utile per la casa, forse anche per un fine settimana fuori o una cena in più al ristorante. Molti li risparmieranno, perché ancora nel nostro Paese permane un’incertezza politica ed economica che non invoglia a spendere con leggerezza. Di sicuro, almeno stando alla nostra indagine nazionale, non faranno più regali dello scorso anno. Il budget dovebbe infatti rimanere lo stesso: circa 166 euro a persona”. 

 

Se il settore alimentare gioisce, quello non alimentare ha un andamento più controverso e difficile da portare a sintesi: “è un trend a due velocità”, riassume il direttore della Confcommercio, “chi lavora in centro, nelle zone più frequentate dai turisti, nell’ipotesi peggiore sta mantenendo i livelli del 2016, per gli altri la fatica è maggiore. Si è anche ampliata sempre di più la forbice tra alta e bassa gamma e i negozi posizionati nel mezzo purtroppo sono quelli più in sofferenza”.

 

Innegabile che il Ponte dell’Immacolata, che tradizionalmente è considerato il vero “fischio d’inizio” dello shopping natalizio, abbia un po’ deluso: colpa del freddo intenso che ha “gelato” anche i  consumi. Otto commercianti su dieci dicono infatti di aver venduto meno di quanto era nelle previsioni. “Le aspettative erano alte, perché un po’ di fermento in giro c’è. Credo quindi che gli acquisti siano solo stati rimandati”, dice Marinoni, “molti fiorentini concentreranno le spese per i regali nell’ultima settimana, ormai il “last minute” è la regola negli ultimi anni. E, freddo o non freddo, chi vorrà fare dei regali sarà costretto a uscire di casa scendendo a patti con il clima”.

Per i doni di prezzo più contenuto da acquistare anche all’ultimo momento saranno gettonati come al solito profumi, libri (quelli di cucina e la narrativa per ragazzi andranno per la maggiore), gadget e oggettistica di tendenza, poi gli accessori dell’abbigliamento, fra i quali pare ormai scomparsa la cravatta, che pure restava un vero “must” fino a qualche anno fa, e in crisi l’accoppiata “guanti e sciarpe”. Per essere più originali, meglio puntare su manicotti, stole, cappellini sportivi o spiritose fasce per capelli, per un budget dai dieci euro in su. “Purtroppo la moda sta vivendo in questi anni una crisi più marcata – dice il direttore Marinoni – se un tempo sotto l’Albero ci finivano cappotti, giubbotti e maglioni adesso, tra saldi ormai alle porte e sconti tutto l’anno, la gente si orienta altrove per i regali. Magari punta a qualche capo sfizioso, ma lo vedremo meglio nei prossimi giorni, dal 15 in poi, perché finora chi ha comprato lo ha fatto per sé e non per i regali”.

Scomparse ormai da qualche anno le lunghe liste di parenti, amici e colleghi ai quali fare un regalo, i fiorentini ora si concentrano su poche persone, in testa figli, partner e gli amici più cari. Su tutti, i bambini. Non è un caso se il settore dei giocattoli aumenta sempre il fatturato in questo periodo e l’80% degli operatori si dica ottimista sull’aumento delle vendite a Natale. Lo scontrino medio sarà di 50 euro, ma già con dieci euro si possono trovare oggetti carini per fare un piccolo presente al figlio del vicino di casa o al compagno di scuola.

 

Anche le gioiellerie prevedono di aumentare il fatturato, seppure oltre il 70% degli operatori preferisca mantenere basse le proprie aspettative e dichiari un trend in linea con il Natale 2016. Ai doni di entità più contenuta (come bracciali o pendenti dai 50 euro in su), si aggiungono i regali più importanti, come il classico anello con la pietra preziosa o quello più moderno, dalle linee pulite ed essenziali e con pietre semipreziose. E se una volta oltre il 70% dei clienti di Natale erano uomini, ora sono sempre di più le donne che entrano in gioielleria per farsi un regalo da sole. Un’abitudine che, secondo alcuni addetti ai lavori, diminuirebbe molto il rischio medio di un “cambio prodotto” dopo Santo Stefano, più alto quando a comprare per una donna è un uomo. 

 

Sul consuntivo delle vendite natalizie 2017 peserà anche il dato del commercio elettronico, che è abbastanza temuto dai commercianti del settore no food. “I millennial lo utilizzano molto, è innegabile, ma per tutti gli altri la garanzia del rapporto diretto con il negoziante resta ancora un valore. La gente vuole qualità e garanzie e sta iniziando a capire che il mondo on line non è peer forza migliore dell’off line”, conclude Marinoni.

 

 

DICHIARAZIONI

 

Maurizio Tofanari – Forno Top

“Le vendite stanno andando meglio rispetto al 2016. Certo, è ancora presto per fare una stima generale, anche perché sempre più persone fanno acquisti all’ultimissimo minuto, ma voglio essere ottimista: credo che arriveremo intorno ad un + 10% rispetto al Natale scorso. La gente sta più attenta nel fare gli acquisti, vuole investire bene i soldi che ha nel portafoglio per cui alla fine sceglie chi dà più garanzie di qualità. Ovviamente nel nostro settore la tradizione la fa da padrona e i prodotti più venduti in questo periodo sono quelli più tipici del Natale: panettoni, ricciarelli e panforte su tutti, acquistati sia per casa sia per farne dei regali. L’importante è che siano ben confezionati: anche l’occhio vuole la sua parte e la bontà del contenuto si deve capire già nella forma estetica. Fra le novità c’è il pane decorato, che molti usano per abbellire le tavole. La spesa media? Per un panettone si aggira intorno alle 20 euro”.

 

Luca Menoni – Antica Macelleria Menoni Luca (Mercato Sant’Ambrogio) 

“Già da fine novembre riceviamo prenotazioni per le specialità da mettere sulla tavola delle feste – dice Luca Menoni, terza generazione di macellai nel mercato di Sant’Ambrogio - In genere si acquista un prodotto della tradizione in abbinamento con uno più innovativo: dal classico “gran bollito” a tacchini, capponi, anatre e polli ripieni o al maiale farcito alla frutta, con prugna, arancia, pere o fichi secchi. Tra le novità di nostra preparazione, che stanno riscontrando molto successo: il pollo farcito con fegatini al brandy e funghi porcini trifolati, poi la costata di maiale arrosto a forma di corona, molto scenografica da portare in tavola. Con una cifra dalle 40 alle 60 euro si può preparare un pranzo coi fiocchi per tutta la famiglia. Un esempio: un chilo e mezzo di gran bollito costa intorno alle 15 euro, un chilo di tortellini da fare in brodo costa sulle 12 euro, sulle 30 euro capponi, polli o tacchini farciti pronti a cuocere, per l’arrosto a corona ci si ferma alle 20 euro. Molto richiesti anche i cesti di prodotti tipici da regalare, per una spesa dalle 30 euro in su. Di solito hanno almeno 4 o 5 prodotti: il cotechino, un pezzo di insaccato (che sia salame, finocchiona, sbriciolona o fiocco di prosciutto, un formaggio e la mostarda o simile”. 

Silvia Dreoni – Dreoni Giocattoli 

“Fino ad ottobre le vendite sono rimaste in linea con il 2016 ma ora si sono vivacizzate, anche se il picco degli acquisti si concentrerà nei giorni più vicini al Natale – dice Silvia Dreoni, che insieme alla sorella Laura rappresenta la terza generazione di giocattolai a Firenze - I giocattoli che vanno di più sono quelli classici, come i Lego, i giochi da tavolo, ma anche i droni, un regalo molto apprezzato negli ultimi tempi. Poi ci sono i giochi creativi (ad esempio, la fabbrica di candele o gli oggetti da realizzare in feltro, ecc), che permettono di sviluppare manualità e creatività e sono regalati soprattutto alle bambine. Di solito le scelte di genitori e nonni vengono pilotate dai bambini, che hanno le idee chiarissime su cosa vogliono. Purtroppo, spesso ad influenzarli è la pubblicità, così rischiano di chiedere giochi che in realtà non sono molto adatti a loro oppure hanno un livello basso di “giocabilità”. Il mio consiglio è di entrare in negozio insieme ai bimbi e di lasciarli liberi di provare, di sperimentare. Scopriranno da soli che spesso i giochi più divertenti sono quelli forse meno tecnologici, ma più in grado di stimolare fantasia e abilità. Lo scontrino medio? Per i piccoli intorno alle 50 euro. Ma il mondo dei giochi è anche per gli adulti: ci sono tanti appassionati di modellismo, plastici ferroviari, Lego, per non parlare dei giochi da tavolo”.