Il 30 novembre ultimo giorno per l'Ape sociale e precoci
Coloro che non hanno presentato la domanda prima del 31 marzo 2018 possono farlo entro il 30 novembre. Tutte le categorie incluse nella pensione anticipata Ape sociale e precoci. Se avete altri interrogativi su fisco&previdenza da sottoporre agli esperti di 50&Più, potete scrivere all'indirizzo enasco.fi@enasco.it o chiamare il numero di telefono 055 664795.
In attesa delle annunciate riforme del sistema previdenziale c’è ancora tempo per inviare le richieste di certificazione per la “pensione anticipata”, ovvero l’Ape sociale.
Si chiuderà il 30 novembre 2018 la scadenza per coloro che matureranno i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2018 e che non hanno mandato la domanda prima del 31 marzo 2018.
L’indennità, però, non è per tutti coloro che vogliono uscire prima dal mondo del lavoro. Occorre avere una serie di requisiti e i fondi a disposizione non sono illimitati.
I REQUISITI DI BASE RICHIESTI
L’Ape sociale è l’indennità- ponte pagata interamente dallo Stato (cioè senza alcuna penalità sul futuro assegno) per accompagnare chi esce prima dal mondo del lavoro (sempre che rispetti una serie di parametri) fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia (o fino al conseguimento della pensione anticipata intesa in senso tecnico o di un trattamento conseguito anticipatamente in base alle leggi Monti- Fornero).
Per richiedere il via libera all’uscita dal mondo del lavoro e al contributo economico occorre aver compiuto almeno 63 anni (entro la fine del 2018), aver versato 30 o 36 anni di contribuiti (sempre entro la fine del 2018) e non essere già titolari di pensione diretta o indiretta in Italia o all’estero.
Per le donne madri c’è una agevolazione: per ogni figlio si posso scalare 12 mesi dal totale dei contributi stabiliti, fino a un massimo di 24 mesi per 2 o più figli (scendendo così a 28 o 34 anni). Per tutti, maschi e femmine, è richiesto un altro requisito: l’appartenenza a una delle categorie elencate dalla normativa, ampliate rispetto all’anno scorso.
LE CATEGORIE DI LAVORATORI AMMESSE
- Disoccupati involontari che abbiano finito di percepire il sussidio da almeno tre mesi. Per loro sono richiesti 30 anni di contributi. Per l’inoltro della prima domanda deve essere già presente lo stato di disoccupazione mentre non è necessario che siano trascorsi i tre mesi dalla fine del sussidio;
- caregiver che assistono da almeno sei mesi il coniuge, il partner unito civilmente o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, oppure (novità 2018) un parente o affine di secondo grado convivente se i genitori o il coniuge/partner della persona con handicap hanno almeno 70 anni oppure sono affetti da patologie invalidanti. Anche in questo caso ci vogliono 30 anni di contributi. Al momento di presentazione della domanda deve essere già presente il requisito dell’assistenza da almeno sei mesi.
- invalidi almeno al 74 per cento, con 30 anni di contributi versati.
- addetti a mansioni gravose e usuranti. Qui sono richiesti 36 anni di contributi, da maturare entro fine 2018. I lavori gravosi che consentono di accedere all’Ape sociale devono essere stati svolti per almeno 6 anni negli ultimi 7 oppure per almeno 7 anni negli ultimi 10.
I LAVORI PESANTI CHE HANNO DIRITTO
Nel gruppo dei lavoratori con occupazione particolarmente pesante rientrano: operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici; guidatori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e di pellicce; conducenti di treni e personale viaggiante; conducenti di mezzi pesanti e camion; infermieri, infermiere e ostetriche organizzate in turni; addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti; insegnanti della scuola dell'infanzia e educatrici e educatori degli asili nido; facchini e addetti allo spostamento merci; personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia; operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
Le categorie new entry
Tra gli aventi diritto sono stati inseriti anche gli operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca, dipendenti o soci di cooperative, poi i siderurgici di prima e seconda fusione (cioè fonditori, operatori di altoforno, convertitori e di forni di raffinazione, operatori di forni di seconda fusione, colatori di metalli e leghe e operatori di laminatoi, operatori di impianti per il trattamento termico dei metalli, conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati), i marittimi imbarcati a bordo, i marinai di coperta egli operai assimilati (coloro che conducono macchine e motori navali, barche e battelli, o che supportano le operazioni di trasporto marittimo), il personale viaggiante dei trasporti marini ed acque interne”.
Per i lavoratori precoci
Per quanto riguarda la pensione anticipata per precoci, quelli che hanno cominciato a lavorare da giovanissimi, ci vogliono almeno 41 anni di contributi (entro la fine del 2018), con un anno di contributi versati entro il compimento del 19esimo anno di età, e si deve rientrare in una delle quattro categorie sopra indicate.
Occhio alle cause di esclusione
L’accesso al beneficio è subordinato alla cessazione di attività di lavoro dipendente, autonomo e parasubordinato svolta in Italia o all’estero.
L’indennità non è compatibile con i trattamenti di sostegno al reddito connessi allo stato di disoccupazione involontaria, con l’assegno di disoccupazione, nonché con l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale. È invece compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa dipendente o parasubordinata soltanto nel caso in cui i relativi redditi non superino gli 8.000 euro lordi annui e con lo svolgimento di attività di lavoro autonomo nel limite di reddito di 4.800 euro lordi annui. Nelle ipotesi di superamento del limite annuo così determinato, il soggetto decade dall’Ape sociale e l’indennità percepita nel corso dell’anno in cui il superamento si è verificato diviene indebita e la Sede Inps procede al relativo recupero.
Come e dove presentare domanda
La domanda per la richiesta dell’Ape sociale deve essere presentata direttamente all’Inps, competente anche per l’erogazione dell’indennità. Per l’inoltro delle domande sono previste più opzioni:
- direttamente online, utilizzando i servizi telematici dell’Istituto, per chi è in possesso del Pin Inps (www.inps.it);
- rivolgendosi ai patronati;
- tramite contact center Inps (numero 803.164 da telefono fisso, 06.164164 da cellulare, con Voip e Skype da internet, ma tutto solo per i primi step della pratica, come spiegano gli operatori).
Quanto spetta ai beneficiari
L'indennità è pari all'importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell'accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro) o pari a 1.500 euro al massimo (se la pensione è pari o maggiore di questo importo). Non è prevista la reversibilità, non spettano gli assegni familiari e neppure contribuzioni figurative. Nel caso di una persona con contribuzione versata o accreditata a qualsiasi titolo presso più gestioni, tra quelle interessate dall’Ape sociale, il calcolo dell’importo sarà effettuato pro quota per ciascuna gestione in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati, secondo le regole di calcolo previste da ciascun ordinamento e sulla base delle retribuzioni di riferimento.
I fondi disponibili sono limitati
Non è detto che tutti i richiedenti otterranno l’Ape sociale. Chi non possiede i requisiti base, va da sé, non sarà ammesso al beneficio. E i fondi a disposizione non sono illimitati.
Per l’assegnazione, nel caso in cui le somme disponibili non bastassero per l’intera platea, si terrà conto della maggiore prossimità al requisito anagrafico di vecchiaia e, a parità di questa variabile, della data di presentazione della domanda di riconoscimento delle condizioni per la concessione.
Per qualsiasi problematica attinente l’argomento trattato, o per altra questione di natura previdenziale, il Patronato 50&PiùEnasco offre tutta la consulenza e l’assistenza necessarie.