Caro Energia, "un'emergenza prioritaria, chiediamo l'intervento delle istituzioni"
L’appello di Confcommercio Toscana a Regione e forze politiche: “l’aumento delle bollette non si arresta e si mangia tutti i margini. A rischio la tenuta delle imprese”.
“Il caro energia è diventato un’emergenza prioritaria che impone l’intervento deciso di tutte le istituzioni e le forze politiche. Gli aumenti non si arrestano e si mangiano tutti i margini di guadagno. È a rischio la tenuta di troppe imprese”. Confcommercio Toscana torna a lanciare l’allarme, questa volta sollecitando una presa di posizione forte ad ogni livello istituzionale.
“Alla Regione Toscana, così come al sistema camerale toscano, chiediamo di istituire una sorta di autorità regionale per l’energia, in grado di monitorare e valutare il sistema energetico territoriale per implementare eventuali potenzialità ed eliminare gli sprechi”, dice il direttore generale Franco Marinoni. “Poi serve spingere l’acceleratore su iniziative di rete e comunità che condividano produzione e consumo di energia, magari snellendo la burocrazia necessaria e introducendo un meccanismo di premialità per i soggetti che vi aderiscono. Su questo fronte siamo indietro di decenni rispetto ad altri paesi europei, va recuperato il gap”.
“Bisogna agire in fretta, prima che arrivi l’inverno e che la situazione diventi irreversibile”, sottolinea il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano, “non è possibile continuare a lavorare per pagare le bollette. Di questo passo, conviene chiudere, anche perché i rialzi non accennano a fermarsi: a luglio il prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica è aumentato del 70% rispetto a quello di giugno e non si sa dove andrà a parare. Occorre fissare un tetto massimo al prezzo del gas e rivedere i meccanismi di formazione del prezzo dell’elettricità. Altrimenti le nostre imprese non riusciranno più a garantire il servizio”.
Sul piano nazionale, Confcommercio è impegnata ad ottenere dal Governo, già dalla conversione in legge del decreto ‘Aiuti bis’, il potenziamento dei crediti d’imposta: “devono essere più inclusivi, fruibili anche da parte di non ‘energivori’ e non ‘gasivori’, scegliendo di destinare all’abbattimento degli oneri generali di sistema il gettito derivante dalle aste per l’assegnazione delle quote di emissione di Co2 e rafforzando le misure contro il caro carburanti per il settore dell’autotrasporto”. Infine, secondo la Confederazione, “è evidente l’urgenza di affrontare con determinazione, nella prossima legislatura, i nodi della riforma della fiscalità energetica e della riduzione strutturale del carico fiscale su trasporti e mobilità”.
Per Confcommercio Toscana è importante lavorare per fare di transizione energetica e sostenibilità ambientale reali fattori di crescita e di competitività. “In un documento alla Regione Toscana, per esempio, abbiamo già evidenziato la necessità di affrontare e risolvere il deficit impiantistico della filiera del recupero e del riciclo - che tanto incide sugli incrementi della TARI - per arrivare alla riduzione dei volumi e alla gestione sostenibile secondo il ciclo raccolta differenziata, recupero e riuso, alimentazione di termovalorizzazione e gassificazione”, spiega il direttore Marinoni. “Allo stesso tempo, vanno supportati la nascita di nuove filiere del riciclo e del recupero dei rifiuti e lo sviluppo di mercati per prodotti circolari e neutrali dal punto di vista climatico. E servono investimenti adeguati - pubblici, ma non solo - per la messa in sicurezza del territorio, la mitigazione dei rischi idrogeologici, la salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, il contrasto dell’inquinamento di acque e terreno, la risposta all’emergenza siccità e all’emergenza idrica, in particolare attraverso la maggiore efficienza delle infrastrutture idriche ed irrigue”.
La progettualità legata allo sviluppo sostenibile potrebbe creare una nuova economia anche per la montagna toscana: “i territori montani hanno grandi potenzialità per lo sviluppo delle filiere legate alla coltivazione del legno, alla certificazione dei crediti di carbonio forestali, all’implementazione dell’idroelettrico. Sono progetti che dobbiamo esplorare anche per le ricadute positive che potrebbero avere sull’intero sistema economico, oltre che sulla vivibilità di tante aree ora semi-abbandonate”.