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Più voce alle piccole imprese per costruire il futuro del territorio.

La chiede Confcommercio, che ha mobilitato autorità e imprenditori da tutta la Toscana per il talk show  “Firenze 2019. Il futuro non si prevede, il futuro si fa”, organizzato giovedì 31 maggio 2018 a Palazzo Vecchio.

"Il terziario di mercato, che in provincia di Firenze rappresenta ormai il 55% delle imprese complessive, ha un valore che non è solo economico ma anche sociale. Perché laddove c'è un'impresa commerciale e turistica si creano le condizioni di vitalità e qualità dei territori, si realizzano opportunità di sviluppo, si stimola la riqualificazione urbana, la crescita, la legalità". Lo ha detto il presidente nazionale di Confcommercio-Imprese per l'Italia Carlo Sangalli, ospite d’onore del talk show “Firenze 2019. Il futuro non si prevede, il futuro si fa” organizzato ieri (31 maggio 2018) a Palazzo Vecchio da Confcommercio Toscana con la collaborazione del Comune di Firenze. 

 

Davanti ad un Salone dei Cinquecento gremito di autorità e soprattutto imprenditori provenienti da tutta la Toscana, il terziario – e con il terziario il mondo delle piccolissime e piccole imprese - ha così fatto sentire la sua voce, rivendicando un ruolo maggiore nella governance locale. 

 

"Il ruolo dei commercianti lo raccontano le strade di Firenze: il fatto che oggi il nostro mondo non sia adeguatamente coinvolto nella governance della città è in qualche modo una risorsa inespressa", ha detto il  presidente di Confcommercio Firenze Aldo Cursano, ospite del dibattito moderato dal direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni e dall’assessora al turismo di Firenze Paola Concia. Insieme a Cursano, erano sul palco anche il sindaco del Comune di Firenze Dario Nardella, il segretario generale della Camera di Commercio di Firenze Laura Benedetto, la vicepresidente della Salvatore Ferragamo S.p.A. Giovanna Ferragamo Gentile e l'imprenditore Niccolò Manetti, titolare della Giusto Manetti Battiloro S.p.A., mentre la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini ha introdotto i lavori con il suo intervento.

 

A descrivere con i numeri il peso del commercio, dei servizi e del turismo nell’economia fiorentina è stata il segretario generale dell’ente camerale Laura Benedetto: “nell’area metropolitana di Firenze quasi 50mila aziende su 92mila sedi d’impresa rientrano nel settore del terziario e ci lavorano più di 220mila persone. Nella sola città di Firenze si arriva a una punta del 66% delle attività di questo settore con 137mila dipendenti e su 34 miliardi di PIL il 61% viene dal terziario”. 

 

"Oggi”, ha ribadito Aldo Cursano - siamo qui a raccontare il valore sociale, economico e identitario di una Firenze che nasce dai mercanti, dalla bottega, dalla ricerca della grande bellezza. Oggi è una giornata importante dove rimettiamo al centro i valori sociali dell'impresa, di un'occupazione vera e di una visione di socialità che parte dal piccolo, convinti che il piccolo insieme diventa grande. Si parla troppo spesso di finanza, dimenticando che l’economia reale passa dalle nostre aziende". 

 

Per Cursano, nominato presidente della Confcommercio fiorentina nell’aprile scorso, il talk show in Palazzo Vecchio è valso come una consacrazione nel suo nuovo ruolo di guida degli operatori del terziario, anche grazie all’endorsement ricevuto dal presidente nazionale Sangalli. Del resto, Confcommercio nazionale ha lanciato una scommessa forte su Firenze, dove l’associazione di categoria sta rinascendo più forte di prima dopo il periodo buio della crisi. Vincere la sfida di Firenze significa rafforzare la presenza della confederazione accanto a tutti gli imprenditori toscani. Lo ha spiegato bene la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini in apertura del talk show: “perché abbiamo voluto dedicare questa iniziativa a Firenze?”, ha esordito, “perché proprio da qui la Confcommercio, la più grande organizzazione di categoria italiana, che rappresenta oltre 700mila imprese del commercio dei servizi e del turismo, delle quali più di 40mila solo in Toscana, ha deciso di ripartire , con un nuovo presidente, il caro amico Aldo Cursano, con  un direttore che è un grande professionista Franco Marinoni ed una nuova classe dirigente. Ripartire con una azione forte di rilancio, a sostegno delle ragioni della categoria degli imprenditori del terziario. Ovvero, quella che noi riteniamo essere la vera spina dorsale del sistema economico nazionale, troppo spesso, purtroppo, sottovalutata. Vogliamo dare alla città, ai colleghi e alle istituzioni questo segnale: noi intendiamo riprendere il cammino interrotto qualche tempo fa, riprenderci il ruolo che spetta al nostro sistema di impresa, nell’interesse della città, nell’interesse della Toscana, ma soprattutto nell’interesse delle nostre imprese. Senza le quali – per tutti - non ci sarebbe lavoro, non ci sarebbe benessere, non ci sarebbe ricchezza e nemmeno futuro”. 

 

Da qui, l’idea di estendere l’invito a due imprenditori, Giovanna Ferragamo Gentile e Niccolò Manetti, che sono tra le migliori espressioni del “saper fare” made in Florence. L’azienda di Manetti, la Giusto Manetti Battiloro spa, famosa per la produzione della foglia d’oro, è alla 14° generazione e si appresta a festeggiare nel 2020 i 200 anni della sua attuale denominazione. La Salvatore Ferragamo spa, simbolo d’eccellenza italiana, è un impero nato dalla creatività del fondatore, napoletano emigrato in California a soli 16 anni che poi, una volta rientrato in Italia, scelse proprio Firenze per continuare a produrre le sue scarpe, già amatissime dalle dive di Hollywood. 

 

"Il futuro si fa, lo slogan scelto da Confcommercio – ha detto il sindaco Dario Nardella - è perfetto per Firenze: quando giriamo la città vediamo i cantieri, la tramvia che sta per finire, i palazzi abbandonati che ritrovano vita, vecchie caserme che diventano incubatori per nuove aziende, la nuova illuminazione pubblica. Non stiamo parlando di slogan vuoti o di un futuro incerto ma stiamo parlando di un’esperienza che la città sta vivendo davvero. Il futuro si fa e il futuro è oggi". Nardella ha poi riconosciuto alcuni degli errori fatti dalla politica, come la deregulation del commercio, che ha “mortificato il rischio d’impresa” e portato non pochi problemi alle città, e ha sottolineato la necessità di trovare nuove e più precise regole a fenomeni nuovi come l’e-commerce, per tutelare la concorrenza leale. “Non tutto il nuovo va bene, se non preserviamo qualità e tradizione. Ecco perché il nostro Comune si è impegnato per salvare i negozi storici o per regolare le attività di somministrazione alimenti nell’area Unesco”. “Dobbiamo costruire insieme una nuova società, benvenga quindi il ruolo attivo della Confcommercio”.

 

A parlare di politica nazionale ci ha pensato poi il presidente Carlo Sangalli, nel suo intervento di chiusura, mentre nelle stesse ore si decideva la formazione del nuovo Governo: “la grave crisi politico istituzionale di questi giorni, che sta determinando la fibrillazione dei mercati, il rallentamento dell'economia e il calo della fiducia, di fatto, rendono ancora più difficile la soluzione del rebus dei conti pubblici e le prospettive di crescita del paese. È evidente che le imprese e le famiglie stiano col fiato sospeso. In questo frangente, il ruolo della rappresentanza è vitale per contribuire al dialogo e alla coesione sociale, portando la voce dell'economia reale alla politica, al Governo, alle istituzioni. Al Governo chiediamo tre cose che ci preoccupano più di altre: il blocco degli aumenti dell'Iva per non far crollare i consumi, il controllo del deficit e del debito, riforme economiche e sociali".