Bar e ristoranti di Firenze contro la violenza sulle donne. Fipe-Confcommercio lancia 'Sicurezza Vera'
I pubblici esercizi diventano presidi di legalità: al via la formazione del personale e una App per le segnalazioni dirette alla Polizia di Stato.
Bar, ristoranti e locali notturni di Firenze e provincia mobilitati contro la violenza di genere. Parte infatti il progetto #sicurezzaVera, ideato dal Gruppo Imprenditrici di Fipe (Federazione italiana Pubblici esercizi)-Confcommercio, in sinergia con la Polizia di Stato.
L’obiettivo è diffondere la cultura della legalità e creare attraverso la rete dei pubblici esercizi un sostegno concreto per combattere il fenomeno, che in Italia vede il 31,5% delle donne subire una o più aggressioni nel corso della vita. Due gli strumenti principali che saranno adottati: la formazione del personale e una App per fare segnalazioni dirette alla Polizia di Stato.
L’iniziativa, lanciata in via sperimentale in 20 città italiane a fine 2021, è stata presentata oggi (giovedì 6 ottobre) a Firenze nella sede della Confcommercio, alla presenza del prefetto di Firenze Valerio Valenti, dell’assessora alla sicurezza urbana del Comune di Firenze Benedetta Albanese, del questore di Firenze Maurizio Auriemma, della presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe-Confcommercio Valentina Picca Bianchi e del presidente di Confcommercio Toscana Aldo Mario Cursano. Presente anche la console generale degli Stati Uniti a Firenze Ragini Gupta, che ha voluto portare il sostegno della comunità internazionale al progetto. A moderare gli interventi il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.
“Quella per il rispetto e la libertà delle donne è la madre di tutte le battaglie che, come comunità, abbiamo il dovere di portare avanti – spiega Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe Confcommercio e principale promotrice dell’iniziativa -. Per vincerla dobbiamo sfruttare tutte le risorse a nostra disposizione e una di queste sono senza dubbio i locali che animano le nostre città: in Italia esiste un bar ogni 400 abitanti e 1 pubblico esercizio ogni 250. È da questo dato che siamo partiti per costruire una vera e propria rete di protezione e tutela diffusa. Una rete che opera quotidianamente nelle aree centrali come in quelle periferiche delle città”.
Il progetto #sicurezzaVera si inserisce all’interno della campagna di comunicazione “Questo non è amore”, lanciata nel 2016 dalla Polizia di Stato, e mette al centro i pubblici esercizi sia come luogo da rendere sicuro per chi ci lavora e chi li frequenta, sia come presidio territoriale per qualunque donna in difficoltà.
Per farlo è stato attivato un doppio binario. Da un lato Fipe-Confcommercio, nelle prossime settimane, avvierà la formazione dedicata al personale dei locali che si iscriveranno alla piattaforma – www.sicurezzavera.it - per approfondire le tematiche afferenti alla violenza di genere e gli strumenti di tutela delle vittime. Dall’altro, i locali avranno a disposizione un canale preferenziale all’interno della App YouPol (scaricabile gratuitamente da tutti su iOs e Android), per segnalare alla centrale di polizia eventuali casi sospetti, utilizzando l’hashtag FIPE nel messaggio e attivando così una procedura di intervento rapido.
“Ancora una volta, con orgoglio, bar e ristoranti si propongono come “sentinelle” del territorio, presidi di socialità, legalità e sicurezza per tutti - sottolinea il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Mario Cursano, che di Fipe Confcommercio è vicepresidente vicario nazionale – le imprese hanno un ruolo attivo nella costruzione di una società migliore, non solo dal punto di vista economico ma anche da quello della vivibilità. Ecco perché tutelare le imprese significa tutelare il nostro buon vivere”.
“Progettualità sperimentali come #sicurezzaVera, che vede nella stretta collaborazione tra Stato e Cittadino-imprenditore la chiave per massimizzare l’efficacia delle iniziative di sensibilizzazione sulla violenza di genere – dichiara il prefetto della provincia di Firenze Valerio Valenti – ci consentono di portare avanti, con ancora più forza e determinazione, le attività di prevenzione e contrasto quotidianamente svolte dalle Forze di Polizia. Solo attraverso una maggiore attenzione all’educazione di giovani e giovanissimi e, quindi, grazie anche a simili iniziative che valorizzano il coinvolgimento diretto dei cittadini - specialmente nel delicato settore dell’intrattenimento e del turismo - si potrà costruire il necessario percorso culturale volto ad una maggiore consapevolezza sempre più partecipata”.
“Il progetto #sicurezzaVera sarà scandito da una serie di incontri e convegni formativi programmati insieme alla Polizia di Stato per sensibilizzare i nostri imprenditori – spiega il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni - vogliamo creare una vera cultura di genere mettendo al centro la tutela del personale femminile e delle clienti dei nostri locali. È una battaglia di legalità e civiltà che deve interessare tutti, uomini e donne. Per questo appoggiamo in pieno l’iniziativa di Fipe Confcommercio, portata avanti con grande entusiasmo in tutta Italia dalla presidente Picca Bianchi con l’insostituibile e costante contributo della Polizia di Stato”.
Per il questore di Firenze Maurizio Auriemma, “sul fronte della violenza di genere molto è stato fatto ma ancora molto resta da fare, soprattutto in ambito sociale: per questo il nostro impegno deve essere costante e continuo nel tempo, la nostra guardia sempre alta e tutte le Istituzioni devono collaborare a stretto contatto per dare insieme anche nuovi impulsi per predisporre ulteriori ed efficaci strumenti risolutivi al passo con i tempi.”
"Siamo al fianco del progetto di Confcommercio che intende prevenire e contrastare la violenza di genere partendo dalle attività economiche - ha detto l'assessora alla sicurezza e alle pari opportunità del Comune di Firenze Benedetta Albanese -. Gli esercizi pubblici possono essere un presidio di sicurezza e legalità, è un importante passo avanti nel contrasto alla violenza sulle donne, sia quelle che vi lavorano che tutte noi altre"