Mugello, Confcommercio sull'aumento della tassa di soggiorno: "Stagione avviata, era meglio aspettare ma almeno si tratta di cifre contenute"
“Sarebbe auspicabile accordare i tempi della pubblica amministrazione a quelli delle imprese: un aumento della tassa di soggiorno a stagione già avviata, coi contratti dei tour operator ormai siglati, non è il massimo, ma almeno si tratta di cifre molto contenute, che oscillano fra i 50 centesimi e un euro”. È questo il commento della Confcommercio sul rialzo della tassa di soggiorno deciso dall'Unione dei Comuni del Mugello, che diventerà effettivo dal 1° luglio 2023.
“Abbiamo comunque apprezzato che l'Unione dei Comuni abbia accolto la nostra richiesta di equiparare l'imposta per i clienti di tutte le strutture ricettive, con o senza partita iva– dice il responsabile della delegazione territoriale di Confcommercio Enrico Paoli – È la prima amministrazione che abbraccia questa visione e non possiamo che plaudere alla novità. Non c’è alcun motivo, infatti, per far pagare meno chi soggiorna in un b&b o un affittacamere non professionale rispetto a chi ne sceglie uno professionale dotato di partita iva. È una disparità di trattamento che crea concorrenza sleale, oltretutto penalizzando proprio chi dell’attività ricettiva ha deciso di fare un’impresa che paga le tasse e crea ricchezza e lavoro sul territorio. In Mugello ora questo non accadrà più”.
“Ci piace poi che gli aumenti siano stati modulati tenendo conto della capacità di spesa dei clienti nei vari segmenti di mercato”, sottolinea Paoli, “la tariffa, ad esempio, è rimasta invariata nelle categorie con l'ospitalità più semplice, come gli hotel ad 1 e 2 stelle o i campeggi. I turisti non sono “polli da spennare”, ma contribuiscono alla ricchezza e alla vitalità del nostro territorio, quindi è giusto averne un occhio di riguardo nei loro confronti”.
Positivo inoltre, secondo la Confcommercio, il fatto che sulla tassa di soggiorno in Mugello ci sia stato un accordo di area: “almeno si è evitato quel frazionamento di tariffe tra Comune e Comune che altrove ha creato grande confusione”, evidenzia Enrico Paoli, “posto che, in ogni caso, è preferibile decidere eventuali aumenti con un anticipo maggiore, almeno di un anno, per seguire i tempi delle vendite dei viaggi. Altrimenti, il rischio è che per non ritoccare al rialzo le tariffe pattuite con i tour operator e i clienti, gli albergatori si facciano carico pure della tassa di soggiorno, erodendo i propri ricavi”.