Tari troppo cara, è necessario intervenire!

Nell’ultimo quinquennio la Tari è la tassa che ha registrato maggiori aumenti, ben il 55%, superando a livello nazionale i 2,5 miliardi di euro.
Questi aumenti corrispondono nella città di Firenze a tariffari sproporzionati, ingiustificati e disomogenei, dove la tassazione crescente ha inciso su tutte le principali categorie economiche del terziario, con differenze eclatanti per alcune attività commerciali.
Nella città del giglio, infatti, alcune imprese, in particolare quelle di ristorazione, hanno visto aumentare i costi in maniera sproporzionata.
Il punto focale non è solo il gravoso aumento e le differenzazioni per tipologia di attività, ma anche le discrepanze a livello territoriale in base al quale le difformità di costo sono ancora più incisive.
Numerosi sono i casi dove per la gestione dei rifiuti, a parità di livelli qualitativi di servizio, ci sono divari tra Comuni limitrofi con picchi del 900%.
Il divario, unito alle gravose cifre imposte, rappresenta un problema sempre più grande per gli esercizi commerciali che si trovano a fare i conti con una situazione aggravata dall’inefficienza dell’Amministrazione locale, che ha fatto sì che ci fosse una mancato risparmio su tutto il territorio nazionale di 1,3 miliardi di euro.
La fiscalità locale continua a rappresentare un peso crescente per le imprese, un carico di tributi ormai troppo oneroso se si considerano le iniquità che lo caratterizzano, le imprese del commercio, infatti, contribuiscono in misura maggiore al pagamento della Tari rispetto alla spesa delle famiglie.
Dall’analisi della ripartizione dei costi si evince che i costi sono sbilanciati sulla quota fissa, che rappresenta il 59% dei costi complessivi, dove nello specifico, la quota a costo fisso corrisponde per le imprese al 65% e la medesima cifra si ripete anche per il costo della quota variabile.
La Toscana risulta una delle regione con il costo del servizio per abitante più alto, così come è più elevata la distribuzione dei Comuni che spendono più del fabbisogno e di quelli che a questa spesa maggiore aggiungono un’offerta carente di servizi rispetto a Comuni con simili caratteristiche.
 
Vista la situazione c’è bisogno di un intervento che preveda la pesatura periodica dei rifuti di casciuna categoria di utenza adottando così una tariffa puntuale, commisurata all’effettiva quantità di rifiuto conferito e articolata in base alla qualità dello stesso, in modo tale che le imprese paghino in forma effettiva, contribuendo sulla base di quote di loro competenza non maggiorate rispetto alle famiglie e soprattutto non differenziate per territorio.
 
 
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