Saldi invernali 2020, le previsioni della Confcommercio empolese

Il presidente della delegazione Alessandro Costagli: “capiremo se la gente ha approfittato degli sconti del Black Friday per acquistare tutto o per fare solo i regali di Natale, lasciandosi un po’ di budget per gli acquisti personali nel periodo dei saldi”. Ogni empolese dovrebbe spendere 160 euro, una cifra più alta della media nazionale ferma a 140. A fare acquisti scontati saranno nel complesso sei famiglie su dieci. La nota positiva: “le feste di Natale hanno richiamato ad Empoli molte persone e questo potrebbe portare bene allo shopping anche in questo fine settimana”

 

“Mai come quest’anno l’andamento dei saldi resta un’incognita fino all’ultimo”. A dirlo è il presidente della Confcommercio dell’Area Empolese-Valdelsa Alessandro Costagli, imprenditore nel settore moda. “Tra Black Friday e doppio prezzo in ecommerce e outlet, la formula dei saldi si è un po’ svilita negli ultimi anni. Restano sempre un evento molto desiderato, ma senza quell’appeal di un tempo”, spiega Costagli.

 

L’attesa dei commercianti empolesi è comunque alta. “Gli scenari che potrebbero aprirsi sono due, entrambi legati alla variabile Black Friday. O gli empolesi ne hanno approfittato per fare solo i regali di Natale, lasciandosi un po’ di budget per le spese personali sotto i saldi, oppure l’hanno usato per tutti gli acquisti. Nel qual caso le vendite di fine stagione potrebbero procedere in maniera un po’ stanca. Una nota positiva ci fa ben sperare: le feste di Natale hanno richiamato ad Empoli molte persone e questo potrebbe portare bene allo shopping anche in questo fine settimana”. 

 

Secondo le previsioni dell’Ufficio studi di Confcommercio, gli empolesi spenderanno circa 160 euro per gli acquisti in saldo. Una cifra superiore di venti euro alla media nazionale, ferma a 140.

 

La spesa a famiglia si aggirerà intorno alle 368 euro”, dice il presidente Costagli, “calcolando che almeno sei famiglie empolesi su dieci approfitteranno degli sconti, è prevedibile che il volume di affari complessivo attivato dai saldi nel nostro comune sarà di oltre 4 milioni di euro”.

 

“Quello dei saldi resta un periodo di lavoro intenso per gli operatori della moda, visto che lo shopping negli ultimi anni si è spostato progressivamente nei periodi di maggiore convenienza per il consumatore. Dovremmo riportare però l’attenzione sul valore vero dei prodotti, più che sul loro prezzo soltanto. In questo il commercio tradizionale ha ancora molto da dire”, sottolinea il presidente della Confcommercio empolese. “Innegabile che la stagione autunno-inverno sia andata piuttosto a rilento, vuoi per la contrazione dei consumi in atto anche a livello nazionale, vuoi perché le famiglie sono preoccupate per il futuro e l’instabilità economica e politica del nostro Paese, vuoi per il clima che finora è sempre stato piuttosto mite”.

 

Le donne nella fascia d’età compresa fra i 30 e i 55 anni dovrebbero confermarsi le clienti più assidue dei saldi, che proseguiranno per sessanta giorni per chiudersi martedì 3 marzo. Gli articoli più richiesti saranno capi spalla, giubbotteria, borse e sneaker, all’insegna di una moda che unisce sempre di più funzionalità ed estetica.

 

Tra le principali regole per effettuare correttamente le vendite di fine stagione, Confcommercio ricorda in particolare l’obbligo per gli esercenti di accettare carte di credito/debito e quello di indicare per ogni prodotto il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale. Per quanto riguarda il cambio della merce acquistata, è rimesso alla discrezionalità del negoziante, ovviamente a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, della riduzione o restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Da ricordare poi che i capi proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo, ma nulla vieta di porre in vendita anche capi non appartenenti alla stagione in corso.