Campi Bisenzio, le associazioni di categoria contro l'aumento della Tari
Confcommercio, Confesercenti, CNA e Confartigianato denunciano un inaspettato +5% nelle cartelle recapitate in questi giorni alle imprese. “Un aumento che l’Amministrazione Comunale non ha motivato né anticipato e che è arrivato come un fulmine a ciel sereno senza alcuna concertazione, nonostante il protocollo d’intesa siglato nel marzo scorso in cui il Comune si impegnava a confrontarsi con le associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato”
Non è una bella sorpresa quella che gli imprenditori del comune di Campi Bisenzio hanno trovato nell’uovo di Pasqua quest’anno: +5% sugli importi medi dovuti per la tassa sui rifiuti.
“Si tratta di un aumento della Tari inspiegabile, che arriva come un fulmine a ciel sereno in un momento già molto difficile per le imprese e per l’economia generale”, denunciano in una nota congiunta le associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato Confcommercio, Confesercenti, Cna e Confartigianato.
“L’Amministrazione Comunale non ci ha anticipato né tanto meno motivato questa maggiorazione, alla quale è arrivato evidentemente senza percorrere la strada della concertazione, come pure si era impegnata a fare con il protocollo d’intesa fortemente voluto dal Sindaco e siglato nel marzo scorso. Doveva nascerne un “Tavolo per lo sviluppo di Campi Bisenzio” nel quale le rappresentanze organizzate dell’area avrebbero contribuito a definire le scelte amministrative e strategiche del comune. Doveva essere un cambio di passo e di mentalità per costruire un approccio cooperativo nella gestione di problemi e sfide del territorio. M evidentemente ogni buon proposito è naufragato al primo scoglio”.
“Adesso – prosegue la nota delle quattro associazioni di categoria - chiediamo all’Amministrazione di poter verificare l’effettiva necessità di questo aumento della Tari, come era consuetudine fare gli scorsi anni con gli Assessori al bilancio e allo sviluppo economico. Con la minaccia di un ulteriore aumento dell’Iva alle porte, la stretta dei consumi che non accenna ad allentarsi e il pericolo reale di una recessione del nostro Paese, aumentare i costi di gestione delle imprese porterà ad inevitabili rialzi anche per i consumatori. A meno che qualcuno non intenda chiedere alle imprese di sobbarcarsi, da sole, tutto il peso degli aumenti, senza pretendere nulla in cambio, pur sapendo che sono le imprese a creare occupazione, benessere e ricchezza sul territorio”.