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Alberghi: gestione rischio Legionella

In seguito ad un altro caso di decesso per Legionellosi nel comparto turistico-ricettivo, aumenta la preoccupazione e l’esigenza di dover essere pronti a gestire una problematica sempre più attuale che solo in Italia ha una media di 50 morti all’anno.
L’Italia, insieme a Francia e Spagna, rappresenta l’83% dei casi di Legionella denunciati in tutta Europa e fa comprendere quanto ancora il problema risulti poco conosciuto e spesso sottovalutato.
 
La recente introduzione delle “Linee guida per la prevenzione ed il controllo della Legionella” ha posto sicuramente una maggior attenzione alla problematica, puntando i riflettori sul comparto alberghiero ed esponendolo a maggiori controlli.
Strutture ed impianti di vecchia concezione, complessità degli impianti idrici, ad esempio, rappresentano per un Residence od un Albergo rischi rilevanti che fanno di ambienti come le docce, i centri benessere, le saune, le piscine, ecc. aree estremamente a rischio per la contrazione del virus.
 
Il Regolamento Europeo a riguardo e le recenti linee guida pubblicate prevedono come azione 4 fasi:

  1. CORRETTA PROGETTAZIONE e REALIZZAZIONE degli IMPIANTI TECNOLOGICI che comportano il Riscaldamento o la Nebulizzazione dell’Acqua: particolarmente a rischio impianti idro-sanitari, impianti di condizionamento con Umidificazione, impianti di raffreddamento a evaporazione o condensazione, docce e vasche idromassaggio.
  2. VALUTAZIONE del RISCHIO: attraverso una analisi del tipo di impianti, del loro utilizzo e delle caratteristiche del lavoro e delle attività svolte, della manutenzione e della gestione è obbligo di tutti i gestori effettuare, attraverso una figura competente responsabiledell’esecuzione della valutazione (Igienista, Microbiologo, Ingegnere, ecc.), una corretta analisi del rischio al fine di identificare le giuste conoscenze sulle vulnerabilità degli impianti, sulla potenziale proliferazione del batterio, su una stima del possibile rischio e sulle misure da implementare per la sua riduzione. Tale valutazione va effettuata con periodicità consigliata biennale o preferibilmente, sulla base della tipologia di struttura, annuale.
  3. MISURE PREVENTIVE e PREVISIONALI: attraverso un piano di gestione derivante dalla valutazione del rischio occorre mettere in atto preventivamente tutte le misure, commisurate per impegno e sforzo al potenziale rischio rilevato, atte a limitare la possibilità del proliferare del batterio e della possibile contaminazione. Le procedure di Trattamento all’impianto, la manutenzione, le procedure di pulizia e sanificazione, ecc. devono essere programmate, effettuate e chiaramente Registrate.
  4. AZIONI di CONTROLLO: attraverso controlli periodici e campionamenti analitici occorre verificare la corretta applicazione delle procedure e verificarne l’efficacia.

 
Per ulteriori informazioni:
Tel 055 2036925 – 055 203691
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