Premio "Impresa più sicura", un bando per le buone pratiche

C'è tempo fino al 15 settembre 2023 per presentare la domanda di partecipazione al bando, voluto dalla Regione Toscana per premiare le micro, piccole e medie imprese che mettono in atto quanto possibile per garantire ai propri dipendenti ambienti di lavoro più sani e più sicuri. I progetti vincitori saranno premiati con il conferimento di una targa di merito e di un logo utilizzabile all’interno di documentazione e dei siti web delle imprese vincitrici. Scopri come partecipare!

 

Diffondere e valorizzare le buone pratiche per garantire ambienti di lavoro più sani e più sicuri.  Questo l'obiettivo del bando indetto dalla Regione Toscana e rivolto ad imprese micro, piccole e medie che contribuiscono in modo rilevante e innovativo a garantire il potenziamento della sicurezza dei propri dipendenti nello svolgimento dell’attività lavorativa e a promuovere iniziative di sensibilizzazione e di prevenzione dei rischi nelle aziende.
I progetti vincitori saranno premiati con il conferimento di una targa di merito e di un logo utilizzabile all’interno di documentazione e dei siti web delle imprese vincitrici.
La data di scadenza per la presentazione delle domande è il 15 settembre 2023. 
 

Obiettivi
Le finalità del bando sono principalmente:

  • dimostrare i vantaggi delle buone pratiche in termini di sicurezza e salute;
  • aumentare la disponibilità di informazioni sulle buone pratiche;
  • favorire, tramite Internet e altri mezzi di comunicazione, lo scambio e la diffusione di informazioni sui modi efficaci di prevenzione e sulle soluzioni pratiche adottate;
  • accrescere la cultura della salute e sicurezza e la consapevolezza che la prevenzione dei rischi è interesse di tutti;
  • promuovere azioni all'interno delle imprese per agevolare la prevenzione dei rischi;
  • premiare le imprese che hanno contribuito in modo rilevante e innovativo alla cultura della salute e sicurezza degli ambienti di lavoro.

 

Definizione di “Buone pratiche”
Per “buone pratiche” si intendono esempi di innovazione riuscita, di procedure, di soluzioni, di servizi e processi che riescono ad imprimere un reale miglioramento nella gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in termini di efficacia, efficienza e sostenibilità, a partire dalla piena applicazione della normativa vigente in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Una buona pratica indica le procedure e metodi, ulteriori e aggiuntivi rispetto a quanto previsto dalla norma, che possono essere sviluppati all’interno di un posto di lavoro o di una organizzazione per ridurre i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. In una buona pratica, la molteplicità delle esperienze di coloro che condividono l’attività lavorativa consente la messa in comune di modalità di approccio ai problemi e l’elaborazione di procedure al fine di individuare soluzioni in un determinato contesto.
Con la buona pratica, l’esperienza realizzata in un determinato ambito, grazie anche all’efficacia dei risultati raggiunti e alla risoluzione di particolari problemi, può essere trasferita in diverse e più ampie realtà. La trasferibilità dell’esperienza diviene, così, misura dell’efficacia dell’esperienza stessa.
La buona pratica, per essere riconosciuta come tale, deve, quindi, essere ben individuata e disciplinata, partecipata nella sua individuazione, verificata nell’efficacia, diffusa e resa applicabile in altre esperienze.
L'esempio di buona pratica che sarà selezionato dovrà coincidere con un intervento identificabile e reale (non teorico o ipotetico), volto a prevenire i rischi, soddisfacendo i requisiti previsti per legge e superando gli standard minimi. Tale intervento deve:

  • essere stato effettivamente realizzato, previa valutazione dei rischi e dei pericoli;
  • apportare un oggettivo miglioramento delle condizioni di lavoro in generale e promuovere attivamente la sicurezza e la salute nel luogo di lavoro;
  • essere finalizzato ad affrontare alla radice il rischio identificato;
  • determinare un beneficio identificabile e permanente;
  • prevedere un approccio partecipativo tra datori di lavoro e lavoratori, anche con il coinvolgimento degli RLS/RLST.

 

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